Per una visibilità concreta come diritto umano

Per una visibilità concreta come diritto umano

15 Aprile 2022 1 Di salvatore cimmino

Roma, Sala Stampa della Camera dei Deputati

Invisibili, anzi di più. Le persone con disabilità nel nostro Paese sono del tutto dimenticate, non solo dallo Stato ma anche dai mezzi d’informazione e da singoli cittadini che non fanno abbastanza per favorire l’inclusione e far conoscere le loro principali esigenze.

Non mancano, beninteso, atteggiamenti concreti di sensibilità e solidarietà, ma neppure, purtroppo, discriminazioni e pregiudizi: c’è un’attenzione molto limitata, insomma, verso coloro che vivono con una disabilità e sulle loro condizioni di vita. Eppure trattiamo di un mondo che riguarda oltre il 15% della popolazione tra persone direttamente coinvolte e le loro famiglie.

Le discriminazioni e i pregiudizi ci appaiono lontanissimi e insignificanti durante le nostre vite, perché riconosciamo come siano tanto assurde quanto arbitrarie. Ma quando le discriminazioni e i pregiudizi ci colpiscono direttamente sentiamo che si tratta di un abominio, una malattia della ragione che crea differenze e distanza dove dovrebbero regnare comprensione e vicinanza.

È molto triste vivere oggi in un Paese in cui gli episodi di intolleranza, discriminazione e disuguaglianza sono ritornati ad essere prepotentemente al centro della narrazione quotidiana. lo studente in carrozzina bloccato nella stazione della metropolitana e liberato dai vigili del fuoco e il recente caso del bambino affetto da autismo deriso dalle sue maestre, sono solo due episodi di una lunghissima serie di fatti inaccettabili e irraccontabili.

Di fronte a questi episodi, dopo la prima, immediata e radicale indignazione, rabbia e vergogna, credo sempre di più, per contrastare certi fenomeni sociali, colmare l’enorme distanza che separa le invalidità civili dalle invalidità derivanti da infortuni sul lavoro.

L’equiparazione rappresenterebbe lo strumento legislativo per abbattere definitivamente questa enorme barriera. Come l’infortunato sul lavoro, anche l’invalido civile dovrebbe godere del diritto di accedere alla riabilitazione che corrisponda alle sue esigenze. L’equiparazione rappresenterebbe l’unica strada percorribile per contrastare i pregiudizi e le discriminazioni e quindi tutte le disabilità: intellettive, psichiche, fisiche e cognitive.

Se esiste la possibilità di migliorare le nostre vite, dove potrebbe cominciare se non nelle nostre coscienze.

Buona Santa Pasqua
Salvatore Cimmino