Edward cammina da solo
L’errore più grave è quello di arrendersi ad un nemico ostinato ed apparentemente invincibile. La disabilità è una condizione che sconvolge la qualità della vita delle persone. È una condizione spesso invisibile a chi non ne è affetto. Può portare a vivere da reclusi insieme alle proprie famiglie senza che il mondo circostante se ne accorga (o faccia finta di non accorgersene).
Quando si vive in un contesto dove l’accessibilità – sia fisica che sociale – non è contemplata subentra una profonda disperazione che si associa quasi sempre all’emarginazione e a mille altri problemi, purtroppo a volte incomprensibili per le persone alle quali ci si rivolge per ottenere aiuto e supporto. Non sorprende quindi che a questo stato di cose consegua un progressivo logorio dei rapporti interpersonali all’interno della società. Chi denuncia continuamente i limiti di una “società disabile” e quindi di uno Stato apparentemente invisibile e inefficace rischia di essere considerato un tipo strano e depresso. In effetti non è facile essere positivi e sorridenti quando NON si è indipendenti e non si ha la forza di affrontare le normali incombenze della vita quotidiana. Per tutto questo mi batto, perché si comprenda che la disabilità risiede nella società e non nella persona.
Oggi i Governi, che in materia di disabilità – tranne rare e illuminate eccezioni – hanno spesso avuto atteggiamenti balbettanti e inconcludenti, devono cominciare ad occuparsene concretamente, progettando finalmente un vero e proprio sistema di interventi finalizzati a valutare con precisione la realtà esistente e di conseguenza a mettere in campo ogni tipo di risorsa possibile per la valorizzazione e l’inclusione, a tutti i livelli, delle persone con disabilità che, al pari di ogni individuo, possono e devono contribuire alla crescita e allo sviluppo dei Paesi del mondo.
I Governi devono essere capaci di promuovere reali processi di integrazione, reali processi di cambiamento nell’organizzazione delle città, dei quartieri, dei trasporti, delle scuole, di tutte le strutture pubbliche. Devono farsi carico di promuovere una politica imprenditoriale capace di industrializzare gli enormi e straordinari passi avanti compiuti dalla ricerca scientifica e dallo sviluppo tecnologico e contemporaneamente consentire a tutte le persone con disabilità di poterne fruire.
Il documento filmato allegato a questo articolo dimostra che la disabilità può essere sconfitta per sempre, che molto spesso – come in questo caso – le persone con disabilità sono veri e propri eroi, grandi persone, coraggiose e fortissime.
È necessario che il sistema sanitario contempli investimenti maggiori per la realizzazione di centri di ascolto per le famiglie, che non devono mai più essere lasciate sole. È necessario facilitare l’inclusione, valorizzare di ogni cittadino le capacità e le attitudini e, soprattutto, non permettere mai che qualcuno rimanga indietro, isolato e senza speranza.
Edward, continua a camminare da solo!
Un forte abbraccio, Salvatore
Carissimo Eddy è stato emozionanti vederti camminare – Bravo – Più che il destino potè la TIGNA – un abbraccio forte forte forte