Gioco anch’io

Gioco anch’io

3 Marzo 2022 0 Di salvatore cimmino


Roma, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Vittoria Gelai

Ogni bambino e ogni bambina con disabilità, in qualunque parte del mondo, ha il diritto ad una vita dignitosa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie rare sono oltre 6000, e l’80% ha un’origine genetica. Secondo stime recenti, nell’Unione Europea, circa 30 milioni di persone soffrono di una malattia rara, solo in Italia sono circa 2 milioni e di questi il 70% è rappresentato da bambini e bambine. Nel nostro Paese sarebbe fondamentale rendere accessibili gli ausili e i presidi tecnologici di ultima generazione così da garantire ai bambini e alle bambine con disabilità quegli evidenti benefici derivati dal progresso della ricerca scientifica.

Le disabilità non sono un’anomalia, ma soltanto una delle tante varianti dell’essere umano. E la varietà degli esseri umani diventa un fattore vincente quando le capacità e potenzialità di ognuno vengono impiegate in maniera appropriata ed efficace anche e soprattutto per costruirsi una vita sociale.

In viaggio con Vittoria

Il gioco rappresenta, per tutti i bambini e le bambine con disabilità, il mezzo per instaurare relazioni, sviluppare abilità motorie e cognitive, per scoprire la propria creatività. Sovente, per i bambini e le bambine con disabilità, il gioco è inteso esclusivamente in ottica terapeutica e non ludica per cui quasi sempre le ASL di appartenenza non prescrivono quegli ausili funzionali a rendere accessibili i giocattoli. Questi giocattoli possono essere acquistati nei negozi specializzati, solo che hanno dei prezzi non accessibili per tutti. Così molti bambini e molte bambine vengono privati di un canale privilegiato per esplorare il mondo esterno. Ecco perché sarebbe importante uno strumento legislativo per equiparare i diritti degli invalidi civili con gli infortunati sul lavoro.

Vittoria, (nel video), ha 5 anni, è affetta da una disabilità gravissima a causa di una emorragia cerebrale subita alla nascita durante il parto. Grazie alla Bioingegneria della Riabilitazione oggi niente è impossibile: l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, grazie alle nuove tecnologie assistive, ha permesso a Vittoria di interagire con un videogioco grazie ad un puntatore oculare. Potete vedere in questo video la gioia di Vittoria quando ha compreso che era lei la protagonista del gioco.

Il mio pensiero vola in Ucraina, dove una (stupida) guerra, che al pari delle malattie dovrebbe essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare, sta privando a tutti i bambini e a tutte le bambine di questo incantevole Paese il diritto all’infanzia e spesso alla vita.

Salvatore Cimmino