Un ponte per superare insieme le barriere. Persone al servizio delle persone

Un ponte per superare insieme le barriere. Persone al servizio delle persone

6 Ottobre 2022 0 Di salvatore cimmino

5 ottobre 2022 – Roma, Circolo Canottieri Aniere

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Di seguito il mio intervento:

Con tristezza devo rilevare che in Italia, tra tante endemiche incertezze, vi è purtroppo una certezza: il diritto all’ingiustizia.

Ogni giorno gli Articoli della nostra Costituzione sono ampiamente traditi, elusi, aggirati, raggirati, trasgrediti da una classe politica purtroppo evidentemente distratta e quindi inadempiente.

Sicuramente quelli maggiormente ignorati sono l’Articolo 2, quello che dice che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e l’Articolo 3, che esprime il fondamentale principio secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza e la libertà dei cittadini impedendo il pieno sviluppo della persona umana. Quindi l’Articolo 16, che stabilisce solennemente che ciascun cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, e infine l’Articolo 38, secondo cui l’assistenza sociale, quale attività pubblica diretta a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limita di fatto l’eguaglianza e la libertà dei cittadini, rappresenta l’espressione necessaria della solidarietà di tutta la collettività organizzata.

Le persone con disabilità e le loro famiglie sono sempre più invisibili perché la politica, tutta, ha deciso che non è conveniente vedere la loro realtà nonostante le denunce corrano in rete 24 ore su 24, nelle testimonianze di coloro che vivono il disagio, e che continuano con costanza e addirittura con la speranza di essere ascoltati, a segnalare difficoltà, emergenze e criticità.

Il crescente distacco tra cittadini con disabilità (e le loro famiglie) e le politiche che si registrano nel nostro Paese non sono ascrivibili solo a qualunquismo, disinteresse o protesta, più o meno consapevole, nei confronti di una classe politica avvertita come inadeguata e nella peggiore delle ipotesi addirittura corrotta. È invece, io credo, indice di qualcosa di più grave: una radicale perdita di fiducia nella democrazia come veicolo di cambiamento ed emancipazione sociale, che oggi interessa in particolare i più svantaggiati.

Per usare un ossimoro, persone con disabilità senza politica: come dire genitori senza figli.

INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI MALAGO’

Girando l’Italia, (a nuoto), ho potuto constatare un disamoramento totale per le istituzioni da parte di persone con disabilità in preda alla rassegnazione, perché le disabilità si traducono sovente in handicap, in limitazioni, grazie alla costante presenza di barriere (giuridiche, architettoniche, psicologiche e sociali), con cui quotidianamente sono costrette a confrontarsi.

Lo scarso interesse delle persone con disabilità e delle loro famiglie per la politica riflette lo scarso interesse della politica per le persone con disabilità e le loro famiglie. La politica, in Italia, sembra diventata un gioco di intrattenimento per le classi medio alte. Un gioco che non appassiona, e soprattutto non coinvolge, chi, a causa delle barriere, soprattutto quelle giuridiche, ha perso qualsiasi speranza nella possibilità di una soluzione collettiva ai propri problemi.

Nella prospettiva del prossimo Governo sarà fondamentale, io credo, per chi si propone di tutelare i diritti delle persone con disabilità, approfondire la conoscenza della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, per salvaguardare i principi di libertà e di uguaglianza che la sostengono.

Ogni cittadino con disabilità ha il diritto alla mobilità personale con la maggiore autonomia possibile, questo è il principio solennemente affermato dall’articolo 20 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità; per questo gli Stati Parti dovrebbero provvedere a facilitare la mobilità personale nei modi e nei tempi da loro scelti ed a costi accessibili e incoraggiare i produttori di ausili alla mobilità, apparati e accessori e tecnologie di supporto, a prendere in considerazione tutti gli aspetti della mobilità delle persone con disabilità.

Per tutto questo stiamo lavorando a una proposta di Legge che si propone di rendere esigibile il diritto alla dignitosa esistenza delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

– Una proposta di Legge che mira ad estendere anche agli invalidi civili, come già avviene per gli infortunati sul lavoro, la possibilità di fruire delle tecnologie e delle cure più avanzate come indicato nella legge n. 18 del 3 marzo 2009, legge con cui il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione suddetta.

– Una proposta di Legge che mira, finalmente, ad affermare il diritto di Cittadinanza.

– Una Proposta di Legge che vuole dare attuazione agli articoli 2, 3, 16 e 38 della Costituzione e alla Legge n. 18 del 3 marzo 2009, al fine di riconoscere (Art. 1) alle persone con disabilità, indipendentemente dalla causa, il diritto di usufruire delle cure più efficaci e delle migliori tecnologie esistenti sul mercato, erogate dal Servizio Sanitario Nazionale.

– Che vuole, infine, aggiornare il Nomenclatore tariffario (art. 2) inderogabilmente una volta l’anno, prima dell’approvazione della legge finanziaria. L’aggiornamento dovrà prevedere il ricorso alle migliori tecnologie disponibili e – almeno riguardo alle prestazioni ed agli ausili necessari per far fronte alle patologie e necessità di particolare rilevanza – specifiche modalità di erogazione e fornitura che consentano, per ciascun beneficiario, in ragione della patologia di cui è portatore, di usufruire delle prestazioni e degli ausili più adatti alle sue particolari necessità, allo scopo di consentirgli il massimo livello possibile di autonomia. Le suddette modalità, in particolare, dovranno garantire che, per l’acquisto e la fornitura delle prestazioni e degli ausili elencati nel Nomenclatore Tariffario, destinati a fronteggiare le disabilità più severe ed i bisogni più delicati e complessi, sia escluso il ricorso alla gara d’appalto.

– Allo scopo di assicurare un più efficace sistema di identificazione delle prestazioni e dei dispositivi erogabili, (Art. 3), è prevista l’istituzione, presso il Ministero della Salute, della “Commissione per la registrazione degli ausili e delle protesi” con il compito di valutare e approvare le domande di inserimento dei modelli nel repertorio dei presidi protesici ed ortesici erogabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

– (Art. 4). La commissione di cui all’art. 3 è composta da sei membri. Ne sono componenti di diritto il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana per il Farmaco e il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. I componenti non di diritto durano in carica tre anni, rinnovabili consecutivamente per una sola volta. I componenti non di diritto sono scelti tra persone di comprovata professionalità ed esperienza almeno quinquennale nel settore della metodologia di determinazione del prezzo degli ausili e delle prestazioni di cui all’art. 1, dell’economia sanitaria, nonché dell’organizzazione sanitaria e tra esperti in diritto sanitario.

– Infine, il Governo è delegato ad emanare appositi decreti con i quali saranno disciplinati le modalità di nomina dei commissari e il funzionamento della commissione.

SERVIZIO SUL CONVEGNO REALIZZATO DALLA LEGA NAVALE ITALIANA

Vorrei concludere il mio intervento rivolgendo un pensiero alle ragazze e ai ragazzi autistici: ho letto quanto scrive l’Avvocata Ivana Consolo, promotrice del gruppo facebook “Autismo diritti e tutele”, e voglio riportare qui le sue parole, perché penso che siano utili per avviare una riflessione seria e importante, e oltremodo necessaria, sul tema delle cosiddette disabilità intellettive e/o relazionali: “Tutte le volte che i Cittadini Italiani vengono attivamente coinvolti nella più alta e importante forma di partecipazione alla vita democratica del Paese (il voto), assistiamo ad una vera e propria forma di discriminazione: difatti, vi è un gran numero di Cittadini che, pur volendo e potendo partecipare, viene illegittimamente escluso!

Sto parlando dei tanti giovani autistici maggiorenni, perfettamente dotati del diritto di elettorato attivo che, pur con qualche piccolo aiuto durante le operazioni di voto, ben potrebbero esprimere la loro preferenza e scegliere così da chi essere governati, nonché da chi farsi rappresentare nelle varie Istituzioni politiche nazionali, locali ed europee.

I giovani autistici non sono privi della capacità civile, è bene che si sappia quindi che hanno pieno diritto di partecipare alla vita democratica del Paese, ma poiché la loro disabilità non rientra tra quelle per le quali è previsto il cosiddetto voto assistito di fatto accade, come è accaduto anche nell’ultima tornata elettorale, che gli venga negato il diritto di voto.

Quando parlo di barriere parlo anche di questo: della impreparazione dei Presidenti di seggio, che non si discostano dalle sciocche regolette che vengono loro imposte, e non hanno la più pallida idea di cosa sia l’“accomodamento ragionevole”, principio contemplato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che prevede la legittima possibilità di attuare delle deroghe alle regole vigenti in vari ambiti e/o settori, per agevolare e rendere effettiva la piena inclusione delle persone con disabilità. Della pigrizia di uno Stato che non vuole o non sa preparare i familiari a svolgere il ruolo di “facilitatori” e di tanti altri ostacoli che mortificano l’esistenza di tanti di noi.

Ridurre le disuguaglianze e potenziare la giustizia sociale non vuol dire diventare tutti uguali, ma vuol dire avere la libertà di essere diversi.

Salvatore Cimmino