Lo Sport in Costituzione
Buongiorno a tutti,
sono molto felice di essere qui, di poter ascoltare i vostri interventi, dai quali ho sicuramente molto da imparare, e quindi vi ringrazio dell’invito. Mi auguro che possiate trovare utile il mio contributo alla vostra discussione in questo momento così importante per lo Sport.
Possiamo considerare il 20 settembre 2023 come una data storica per lo Sport perché è stato infatti approvato il Disegno di Legge costituzionale n. 715-B che lo introduce finalmente nella nostra Costituzione, con il nuovo comma che recita: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Finalmente un risultato importante, assolutamente necessario, il riconoscimento dello Sport come un valore. Per questo voglio ringraziare la politica, che quando lavora trasversalmente e in sinergia con la società civile, con l’unico obiettivo dell’interesse del cittadino, ottiene risultati importanti e capaci davvero, di incidere sulla vita delle persone. Ma io voglio considerare questo risultato come la tappa di un percorso ancora da concludere ma sicuramente molto ben avviato perché mi auguro che lo Sport, per la sua valenza sociale, culturale, emozionale, possa diventare un diritto di tutti.
L’importanza di questo riconoscimento risiede nel fatto che lo Sport, ormai è chiaro, rappresenta uno strumento di crescita e di sviluppo psicofisico dell’essere umano, ricoprendo un ruolo determinante nella nostra cultura, sociale e familiare, grazie alla sua funzione educativa. È lo specchio della nostra società, in grado di trasmettere modelli di vita e pratiche di comportamento più o meno virtuose.
Rappresenta, dunque, un importante momento di formazione, sia da un punto di vista motorio che psicologico-emozionale, capace di contribuire attivamente alla formazione delle personalità di chi lo pratica.
La funzione educativa, soprattutto per i più giovani, si realizza sotto vari e diversi aspetti: le ragazze e i ragazzi imparano ad esercitare la disciplina, negli allenamenti, nel rispetto nei confronti dei compagni di gioco e degli avversari, nel perseguire una vita sana ed equilibrata per poter raggiungere obiettivi sempre via via sempre maggiori. Lo Sport aiuta nella socializzazione e nel rapporto con sé stessi, con il proprio corpo e anche con la propria sfera emotiva.
Chiunque di noi, praticando una qualsiasi attività sportiva, ha sicuramente provato un contatto profondo con il proprio corpo, ha sentito, al di là della fatica, una sensazione di benessere.
Di tutto questo è probabile che ci siamo resi conto con chiarezza soprattutto nel periodo, drammatico, del Covid19, quando non abbiamo più potuto nuotare, frequentare le palestre, vedere gli amici per una partita di tennis, o di calcetto e soprattutto quando tutte queste attività sono state negate alle bambine, ai bambini, alle ragazze, e ai ragazzi adolescenti.
La mancanza di questi momenti di attività fisica e di socializzazione e confronto con gli altri ha sicuramente segnato il loro percorso di crescita e sviluppo.
Appurato, quindi, il valore fondamentale dello Sport, sotto vari aspetti, nella nostra vita, vorrei che adesso immaginasmte, insieme a me, l’importanza ancora maggiore che questi stessi valori assumono nella vita di una persona con disabilità che proprio nelle attività sportive trova occasioni di socializzazione e di confronto e anche, e parlo per esperienza personale, la possibilità di sperimentare, di esprimere, di mettere alla prova le proprie potenzialità fisiche, migliorando la percezione e la stima di sé.
È necessaria una presa di coscienza culturale, è necessario capire fino in fondo che la funzione sociale esercitata dallo Sport per le persone con disabilità significa inclusione, solidarietà, crescita sana anche dal punto di vista dello sviluppo emotivo.
Quindi, perché sia veramente garantita anche a noi la pratica sportiva, va tenuto in considerazione che spesso si rende necessario l’utilizzo di protesi e ausili di alta tecnologia che ancora oggi, però, non sono forniti dal Sistema Sanitario Nazionale, e questo provoca purtroppo dolorose e non più tollerabili discriminazioni.
Voglio quindi sperare che, anche a questo formale riconoscimento inserito nella nostra Costituzione, il Governo è i Ministeri competenti pongano finalmente all’ordine del giorno l’aggiornamento dei LEA, (Livelli Essenziali di Assistenza), e del Nomenclatore Tariffario, prevedendo tutte le risorse necessarie a garantire davvero a tutti l’accesso a tali dispositivi, funzionali ad una vita dignitosa e anche alla pratica sportiva.
A tal proposito voglio qui ricordare brevemente anche una Proposta di Legge di cui mi sono fatto promotore, scritta in collaborazione con un amico, sensibile e competente giurista, il Professor Luigi Tuccillo, e presentata in Commissione Sanità del Senato dalla Senatrice Lavinia Mennuni.
Con questa Proposta di Legge si auspica l’equiparazione della condizione di invalidità civile con quella dell’invalidità in conseguenza di infortunio sul lavoro che si vede garantita la copertura economica dall’INAIL rispetto all’invalido civile a cui, invece, da parte dell’INPS, non sono riservate le medesime opportunità di sussidio per l’aggiornamento dei presidi tecnologici a supporto della propria disabilità.
Al momento, è tutto fermo in Commissione Sanità ma naturalmente io spero, considerata la trasversalità della questione posta, in un’ampia convergenza e nell’impegno di tutti.
Sono stato fortunato perché per me lo Sport ha rappresentato un momento di crescita e di riscatto importantissimo, mi ha consentito di vedere al di là dei limiti imposti dall’amputazione, spronandomi a trovare altre vie di espressione fisica.
Ma proprio questo privilegio mi ha anche aperto gli occhi sulla necessità urgente di cancellare ogni discriminazione, consentendo a tutti di accedere all’attività sportiva secondo le proprie competenze fisiche ed emozionali.
Grazie, per essere arrivati fino a qui, 😊
Salvatore Cimmino
Molto. bello in cui trovo tutte le tue aspirazioni